La combinazione apparentemente contrastante di robustezza e agilità viene evidenziata già nelle prime righe dello Standard di Razza ed è proprio il concetto di equilibrio e di armonia che meglio si addice a definire l’aspetto esteriore, la personalità e il carattere del Bovaro del Bernese.
Lo Standard rappresenta la descrizione di un modello ideale al quale si deve tendere. Ha lo scopo di dare degli orientamenti precisi per conservare la tipicità di una razza e fissa dei limiti entro i quali i vari soggetti, pur nel rispetto della loro singolarità, devono rientrare. E’ una sorta di garanzia che ha permesso di conservare la tipicità intatta fino ad oggi, ed è anche una indicazione per continuare a mantenerla in futuro. Ovviamente le condizioni di vita del Bovaro del Bernese oggi non sono paragonabili alle condizioni di ieri e pochi esemplari svolgono ancora le mansioni originarie.
Versatile e ben inserito nella società odierna, non ha la necessità di fare il bovaro ogni giorno per mantenersi “tipico”, ma deve restare un cane rustico, naturale e resistente e deve conservare la funzionalità e le attitudini del passato.
Il concetto di armonia e di equilibrio si ritrova in ogni parte descritta nello Standard. Le proporzioni rispettano il formato 9:10 e, a condizione di mantenere il rapporto fra l’altezza al garrese / lunghezza del corpo e l’equilibrio dell’insieme, si lascia lo spazio ai diversi tipi di costituzione, massiccia e robusta (ma non pesante) oppure più leggera e sportiva (ma non sottile o troppo elegante). L’ ideale su cui orientarsi ci descrive un equilibrio ben bilanciato fra la struttura e la sostanza, fra l’altezza e il peso, fra l’ossatura robusta, la forza ed il buon movimento.
Accanto ai valori minimi e massimi per l’altezza di maschi e femmine, lo Standard indica i valori medi come valori ideali da ricercare. Questa indicazione va tenuta sempre presente per difendere il Bovaro del Bernese dalla moda del “grande è bello”e ci consegna un ideale di bellezza che sottolinea funzionalità, salute ed armonia. La testa è robusta e piena, senza eccessi, con occhi scuri, palpebre ben aderenti, stop medio, orecchie attaccate alte. Il cranio non deve essere troppo bombato e, quando il cane è in attenzione, fra le orecchie portate pendenti in avanti si forma una linea superiore piuttosto diritta, segno che ogni dettaglio è in armonia con gli altri. Il muso è robusto, diritto, di media lunghezza, e cioè ne’ corto ne’ lungo in proporzione al cranio, con labbra poco sviluppate, pigmentate di nero. La dentatura è completa (42 denti) e la chiusura è a forbice.
Del corpo si nota certamente la forza e la sostanza, da non confondere mai con la massa o il soprappeso. Un altro aspetto caratteristico e funzionale è il petto largo e possente, che aggiunge solidità all’insieme; il dorso, anch’esso largo e solido, conferma con la sua linea diritta ed in armonia con la linea inferiore i contorni compatti e ben delimitati della figura. La coda, prolungamento della groppa leggermente arrotondata, è lunga almeno fino ai garretti ed è fornita di un lungo e fitto pelo. Deve essere portata bassa a riposo, ondeggiante appena sopra la linea dorsale in movimento ed è sicuramente un elemento estetico che nobilita l’aspetto del Bovaro del Bernese. E’ una coda forte e imponente, che non passa di certo inosservata e che spazza in un vortice di gioia tutto quello che si trova alla sua altezza.
Gli arti devono essere robusti e stabili, diritti e paralleli, ben angolati, dotati di legamenti solidi e di buone fasce muscolari per garantire la funzionalità dell’apparato motorio ed è solo l’insieme ottimale di questi fattori e la corretta anatomia della struttura che possono assicurare un movimento regolare, agile e in piena salute a tutte le andature. Grazie alle buone angolature, il passo è ampio e sciolto, con buona spinta del posteriore e buona sintonia con l’anteriore. In questo potremo riconoscere l’antico cane di fattoria, sano e forte, funzionale e armonico e di conseguenza nobile e bello.
Ultimo aspetto della “bella presenza” del nostro bovaro è il sontuoso mantello lucido, con l’assoluta perfezione dei colori. Un aspetto, questo, che lo rende inconfondibile e che è largamente responsabile del suo successo. Già da lontano infatti, grazie alla mascherina e alla pettorina, spicca l’espressione semiseria da contadino in frac. Un contrasto, questo, ogni volta sorprendente, ma sempre credibile e sottolineato, se ci si avvicina, dalle sopracciglia focate.
Il pelo deve essere robusto, lungo, con fitto sottopelo e liscio, per non trattenere la pioggia. Può essere anche leggermente ondulato, ma non riccio: oltre a non essere funzionale, il pelo riccio nasconde le linee e non è considerato tipico.
Il tricolore svizzero raduna i colori di base degli animali selvatici: nero, bianco, focato e prevede una distribuzione secondo un disegno ben preciso. Il colore di fondo è nero intenso con focature marrone-rossiccio sulle gambe, ai lati del petto, sulle guance, sopra gli occhi, nella regione anale e sulla parte inferiore della coda. Il bianco, infine, in netto contrasto con gli altri colori, forma la tipica mascherina e la pettorina, indispensabili ed obbligatorie per un buon bernese. Desiderati, ma non obbligatori, la punta della coda ed i piedi bianchi.
Il carattere risponde anch’esso a quei criteri di equilibrio e di armonia che già il fisico esprime. Il Bovaro del Bernese è anche in questo rustico, genuino e poco complicato. La paura e l’aggressività sono da considerarsi atipici e, ovviamente, non funzionali per un cane di utilità.
E’ stato selezionato per lavorare in stretto contatto con l’uomo e per svolgere compiti che talvolta richiedono anche una certa “robustezza” psicologica e un’alta resistenza alle intemperie: è ovvio perciò che da parte del fattore la scelta dei “collaboratori” cadesse su soggetti sani, affidabili, ubbidienti, molto legati al padrone e privi dell’istinto di caccia.
La formulazione dello standard richiede un cane “Ben equilibrato, attento, vigile e senza paura nelle situazioni quotidiane, buono ed affettuoso con i familiari, sicuro di sé e pacifico con gli estranei; temperamento medio, docile”. Il termine “temperamento medio” significa che il cane è in grado di affrontare gli eventi quotidiani (nuovi o già conosciuti) senza paura e senza aggressività. La quotidianità del nostro bernese, diventato ormai per la maggior parte cane di famiglia, non è certo quella del suo antenato nella fattoria, ma è ugualmente importante che abbia conservato e che continui a conservare in futuro le caratteristiche di allora, perché sono queste che definiscono la sua tipicità.
Il termine “docilità” è sinonimo di “buona addestrabilità” e significa che il cane ha la capacità di instaurare velocemente un buon rapporto con l’uomo, significa che cerca il contatto, che si sottomette facilmente e che ubbidisce rapidamente e di buon grado ai comandi sonori e visivi. Questo comportamento positivo è quasi proverbiale per il Bovaro del Bernese: solidamente piazzato sulle quattro zampe, con la testa alta, lo sguardo interessato a ciò che lo circonda, l’espressione amichevole e la coda in movimento quando gli si parla. Si lascia accarezzare ed esprime sicurezza, fiducia ed equilibrio anche nei confronti dei bambini. Gioviale ed affettuoso, ama sentirsi un membro della famiglia, non ama la solitudine ed è assolutamente inadatto a vivere in box o legato alla catena. Data la mole e la tendenza ad una leggera indolenza, non è fra i cani più veloci nel reagire agli stimoli, ma resta comunque un cane vivace e attento, che ha carattere e personalità.
Da adulto è abbastanza tranquillo, mai apatico, se gli si offriranno sufficienti stimoli ed occasioni di muoversi. Se per il fisico sono stati indicati dei parametri ideali da ricercare per un buon bernese, per il carattere il tipo armonico, buono, sicuro di sé, affettuoso e pacifico è un parametro che ha ogni precedenza rispetto a tutti gli altri. In questo caso non basta il “normale”, un buon Bovaro del Bernese deve avere il comportamento ed il carattere “ideale e tipico” della sua razza e per ottenere questo risultato ottimale devono concorrere la predisposizione genetica e l’influenza dell’ambiente.
(…)
Questo testo fa parte di una monografia pubblicata in collaborazione con Simona Lissoni sulla rivista Passione Cani, Anno I – Numero 3, rubrica “Ospite del Mese”. Per presentare il Bovaro del Bernese ho scelto questo mio scritto, perché vi sono particolarmente affezionata: è il primo passo del mio attuale percorso in cinofilia. Da quel momento in poi ho colto ogni occasione per descrivere e divulgare le caratteristiche della razza che mi ha preso il cuore.
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